PROGETTO MEDELL(IN)ITALY

Nell’ambito dei programmi di Cooperazione Internazionale e di Servizio Civile Nazionale realizzati da PRO.DO.C.S. a Medellín in partnership con la Fondazione Las Golondrinas.

 

Relazione finale della Esperienza di Studio Extracurriculare professionale di Keissy Yirleis Becerra Robledo in Italia, presso l’Impresa The Bridge in Scandicci/Firenze

Foto_18luglio_Laterale_20180718_113745 Tutto è iniziato con la mia partecipazione al Corso di formazione extracurriculare per “Operaio di confezione industriale”, offerto a Medellin dal SENA (Sistema Pubblico colombiano di formazione tecnica e professionale), tramite la Fondazione Las Golondrinas, in collaborazione con la ONG Italiana PRO.DO.C.S.

Durante la frequenza del corso, ho avuto il piacere di conoscere i volontari PRO.DO.C.S. Elisabetta Quattrocchi e Matteo Filippetti, responsabili del nostro supporto e accompagnamento, i quali mi hanno parlato della possibilità di partecipare al Bando PRO.DO.C.S.Borse di Studio per Giovani Studenti meritevoli” della Comuna 8° di Medellin, per continuare la mia formazione superiore, in modo sicuro.

Ero iscritta, infatti, alla Scuola di Disegno Tecnico ESDITEC, al corso biennale di Disegno di Moda, distinguendomi per motivazione, impegno e costanza nei miei studi.

Decisa, ho affrontato l’accurato processo di selezione, realizzato nel mese di luglio 2017, da una commissione presieduta dalla stessa presidente PRO.DO.C.S., e composta da Fransury Gonzalez Henao, coordinatrice del programma “Formazione per l’impiego” di Fondazione Las Golondrinas, dai volontari italiani in Servizio Civile a Medellin, Elisabetta e Matteo, e dal volontario Lorenzo Rangone, venuto appositamente dall’Italia per accompagnare questo processo di selezione.

In questa occasione, mi è stata concessa la Borsa di Studio PRO.DO.C.S. per ESDITEC in Medellin!

Successivamente, il mattino del 13 aprile c.a., appena sveglia, mi è giunta notizia dalla volontaria Elisabetta di una mail importante che avrei dovuto leggere: la dr.ssa Anna Maria Donnarumma, presidente della ONG PRO.DO.C.S., mi comunicava ufficialmente che Lorenzo Rangone aveva ideato un Progetto mediante il quale avrei potuto realizzare, totalmente coperta economicamente, una pratica di studio professionale in Italia, presso l’azienda The Bridge, con sede a Scandicci/Firenze, specializzata nel disegno, la creazione e la produzione di borse e piccola pelletteria. Foto_The Bridge1

Ricordo che era un venerdì e il cuore mi scoppiava in petto dalla felicità. Ho subito risposto alla mail ufficiale, sottolineando la totale disponibilità, l’interesse e la mia immensa gratitudine per un dono così grande!

Ho insistito per mostrare alle volontarie i buoni voti che avevo conseguito nell’ultimo semestre, come se volessi rassicurarle ulteriormente e onorare la fiducia posta nei miei confronti.

Sentivo una felicità così grande che non riuscivo ad incanalarla in aspettative precise. Era tanto l’entusiasmo misto a paura, da non riuscire a proiettarmi ed immaginarmi in Italia. Mi sembrava tutto tanto grande per me! Le nuove volontarie italiane in Servizio Civile questo anno in corso, Serena Borzoni e Vania Crupi, nel periodo che ha preceduto la mia partenza nel mese di giugno 2018, sono state fondamentali per tranquillizzarmi, accompagnando la preparazione al viaggio con un corso di lingua italiana personalizzato, il supporto tecnico-amministrativo necessario e pratici consigli su quella che sarebbe stata la mia vita in Italia, anche solo per un mese.

Questa fase ha comportato per me un grande sforzo in termini di tempo ed energie, per concludere il semestre sostenendo gli esami nei tempi e modi indicati da ESDITEC. Parallelamente, mi accompagnava una grande pressione emozionale, data dagli affetti che lasciavo e l’ignoto che affrontavo.

Grazie al prezioso indirizzo, supporto e professionalità della dr.ssa Donnarumma ho acquisito maggiore consapevolezza e fiducia nelle mie capacità, affrontando con maggiore serenità il viaggio in Italia.

Arrivata a Roma, ho trascorso i primi giorni a visitare questa stupenda capitale, accompagnata, a turno, da tutto lo staff PRO.DO.C.S., in particolare da Giulia e Mauro.

Il mattino del 18 giugno sono partita per Firenze con Anna Maria, per cominciare il mio mese di studio presso l’Impresa The Bridge, tra molteplici attese e sorprese… risultate poi graditissime! Con il direttore Giuseppe Arcuri, abbiamo visitato tutti i locali dell’edificio e la loro distribuzione per settori di lavorazione e di produzione.

La prima settimana ho avvertito un po’ di disorientamento, ma dopo l’adattamento iniziale, mi sono sentita a mio agio ed accolta con entusiasmo da tutto il personale, tra cui, ho trovato alcune persone che sanno la mia lingua, per esempio Camilla e Cristina!

Ho avuto la grande opportunità di conoscere un’impresa solida, strutturata e internazionalmente riconosciuta.

Credo sia stata fondamentale la dimensione di media impresa, tipica dell’industria dell’artigianato italiano, che mi ha permesso di approfondire meglio le varie tappe della mia formazione, evitando che mi perdessi nei meandri di un’impresa multinazionale.

Mi ha colpito l’organizzazione dell’azienda e la standardizzazione del processo produttivo, caratterizzato da una chiara e precisa divisione dei compiti tra il personale.

Il primo passaggio è il disegno su carta, successivamente il disegnatore grafico si occupa della versione digitale, a cui segue una ulteriore revisione su carta, per evitare futuri sprechi di tempo e risorse. In seguito, consolidata l’ideazione e il disegno, si passa alla fase di produzione vera e propria in laboratorio, che culmina con il confezionamento finale del modello da riprodurre, attraverso la produzione industriale affidata a terzi. Ogni passaggio è condiviso con l’equipe di lavoro per un’approvazione condivisa e tutto il processo è sottoposto a un monitoraggio costante.

Ciò che mi ha maggiormente stupito è la dedizione posta dal personale The Bridge nella fase di disegno del prodotto, partendo dalla convinzione che una cosa ben studiata e progettata su carta, darà vita a un prodotto finito di qualità.

Ogni singolo pezzo della collezione è reso unico dalla lavorazione artigianale. Questa singolarità è ulteriormente evidenziata dal codice personalizzato per ogni prodotto e dalla garanzia di due anni che gli corrisponde.

Fino ad ora a Medellin avevo solo studiato il disegno del vestiario; la borsa e le scarpe sono accessori che non trattiamo nella nostra scuola. Avere, quindi, una qualifica professionale e un’esperienza di tirocinio all’estero in quest’ambito, presso un’azienda così prestigiosa come The Bridge, è senz’altro un valore aggiunto nel mio percorso accademico, che verrà valutato positivamente nel momento in cui cercherò lavoro.

Grazie al progetto di formazione professionale oggi ho competenze e abilità precise nel confezionamento e presentazione del prodotto. Sento di avere delle capacità di cui, in precedenza, non avevo nessuna conoscenza. Nel prosieguo dei miei studi, quando mi troverò a disegnare un vestito, potrò anche corredarlo con una borsa e in un eventuale futuro lavoro, avrò capacità di proposta con cognizione di causa, perché adesso so fare una borsa, non solamente guardarla in tv o al mercato. Questo mi entusiasma!

Prima dell’Italia, non avevo mai pensato di dedicarmi alle borse. Alla luce di questo periodo formativo ho ampliato i miei orizzonti. Mi piacerebbe specializzarmi in vestiti da sposa e da cerimonia personalizzati e arricchiti dall’accessorio borsa, come complemento di qualità. Sogno di creare una linea di vestiti che porti la mia firma e il ricordo di tutte le persone che hanno reso questa mia esperienza unica nel suo genere.

A questo proposito, un sentito ringraziamento va a Lorenzo Rangone che ha ideato il Progetto Medell(in)Italy, consentendomi di avere una splendida occasione di formazione e di crescita, al personale dell’Azienda The Bridge, per la professionalità con cui mi ha accompagnato, alla ONG PRO.DO.C.S., incluse le volontarie Serena e Vania in Colombia e la dr.ssa Anna Maria Donnarumma per l’affetto e la fiducia con cui mi ha accolta in Italia e l’instancabile dedizione che contraddistingue il suo lavoro.

Ringrazio anche molto il sostegno ricevuto dalla Fondazione Las Golondrinas in Medellín per gli aspetti organizzativi che all’inizio del viaggio mi preoccupavano di più, in particolare la ringrazio per l’auto messa a disposizione per andare e tornare dall’aeroporto José Maria Cordova di Medellin.

A parte e infine, dico onestamente che, nonostante io sia colombiana, non conosco molto il mio paese, perché non ho avuto l’opportunità di viaggiare tanto, ma mi sembra che sia molto diversa dall’Italia e questa differenza mi piace! Ho gustato il cibo italiano e mi ha affascinato in particolare l’arte, che si può apprezzare in qualsiasi angolo del paese, con la certezza di essere immersi in una ricchezza di storia e cultura millenarie, che faticano ad entrare nella mia testa. Vedere, per esempio, la Pietà di Michelangelo è stata un’emozione tutt’ora viva in me.

La gente italiana è strepitosa ed ha mostrato curiosità ed interesse nei confronti di una ragazza come me, che, in generale, passa inosservata in Colombia.

Una delle tante cose che mi ha sorpreso è stato il trasporto pubblico sugli autobus: In Colombia la gente consegna direttamente i soldi del biglietto al conducente, mentre in Italia si è singolarmente responsabili di timbrare il titolo di viaggio. È stato buffo notare come alcuni non lo fanno. In Colombia hai l’obbligo di pagare, in Italia la libertà di esprimere o meno il tuo senso civico. È sempre e per ogni situazione, un motivo di esercizio di responsabilità personale. E cercherò di accrescerlo nella mia vita, anche professionale!

 

Roma, 19 luglio 2018, a cura di Keissy Yirleis Becerra Robledo